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"C'è un'apparente contraddizione che serpeggia negli scritti di Marco Antuzi, dal suo primo romanzo, "Caretaker city" (del 2008), ai racconti raccolti nel presente volume. Ambientati come sono in un futuro più o meno ben precisato, in una società in cui la tecnologia dei giorni nostri può apparire preistoria, dove la macchina sembra annullare l'uomo, si scopre poi, pagina dopo pagina, riga dopo riga, parola dopo parola, l'emergere di una realtà tutt'altro che algida, anonima, disumanizzata o disumanizzante. Una realtà in cui a dominare non sono le macchine o la tecnologia che offre loro continuo e nuovo supporto, ma sentimenti umani eternamente validi: l'amicizia, il rispetto, la solidarietà, l'amore. Con, sullo sfondo, la ricerca della felicità e della gioia cui sul finire dei racconti i vari personaggi usciti dal cono della fantasia di Marco approdano non con il mero successo economico o di carriera, ma soprattutto sapendo creare un rapporto - che può essere affettivo o anche di semplice comunanza di interessi - con gli altri, con chi ci è vicino da sempre così come con chi ci era perfettamente sconosciuto fino a poco tempo prima." (dalla prefazione)